È
ormai noto che Giobbe e Qohélet (o Ecclesiaste), protagonisti dei due
più sconvolgenti libri della Bibbia, incisero profondamente nell’Opera
di Giacomo Leopardi che li considerava quasi i precursori del suo
«sistema» filosofico - tanto da citarli insieme ne I nuovi Credenti.
Ma ciò che più conta è che nelle loro figure il Recanatese ritrovava
intera la sua immagine, la sua stessa vita delineata come in uno
specchio. La fede interrogante (Giobbe) e il riconoscimento
dell’infinita vanità del vero (Qohélet) vengono così ad essere i due volti del “sapiente” Leopardi. Presentazione Recanati, Aula Magna del Palazzo comunale, 10.1.2015 |